La riforma del dissesto non può aspettare i tempi della delega , Sulla riforma fiscale incombe il “pasticciaccio brutto” delle opposizioni esecutive ai giudici tributari, In arrivo l’estensione a liquidazione giudiziale e tributi territoriali , Appelli ben chiari, Cartelle, sottoscrizione non sempre necessaria, Notifica ai familiari, serve la raccomandata, Immobili in comunione, Imu pro quota sull’erede, Omessa dichiarazione IMU: come rimediare entro il 28 settembre, Violazioni Tares calcolate con il cumulo
La riforma del dissesto non può aspettare i tempi della delega
di Stefano Campostrini e Marcello Degni
Sempre più a fuoco il tema della criticità finanziaria, originario della ricerca. Anche il 2022 ha visto la deliberazione del dissesto e l’attivazione della procedura di riequilibrio in 70 Comuni (44 riequilibri e 26 dissesti). Le procedure attivate dal 1989 (anno di istituzione del dissesto), e dal 2012, (anno di introduzione del riequilibrio) sono state, al 31 dicembre 2022, 1.243 (732 dissesti e 511 riequilibri), corrispondenti a 931 Comuni. Il fenomeno ha una forte connotazione territoriale. Il valore medio nazionale è del 12%. Ma in Calabria il 51% dei Comuni ha attivato una delle due procedure, in Campania il 36% e in Sicilia il 35%. Tra dissesti e riequilibri le procedure attive sono 467.
Sulla riforma fiscale incombe il “pasticciaccio brutto” delle opposizioni esecutive ai giudici tributari
di Cesare Glendi
La legge delega per la riforma fiscale prevede lo spostamento delle opposizioni esecutive dal giudice dell’esecuzione (tribunale civile) al giudice tributario, nel caso in cui il ricorrente assuma la mancata o invalida notificazione della cartella di pagamento ovvero dell’intimazione di pagamento. Si dimentica però che, sempre secondo la legge delega, la riscossione dovrà avvenire senza lo strumento del ruolo e della cartella di pagamento, di cui fa parte anche l’intimazione di pagamento. Inoltre, tra i poteri del giudice tributario non rientra il potere giurisdizionale di intervenire sulle situazioni soggettive (proprietà, facoltà di disposizione dei beni pignorati e così via) che si determinano a seguito dell’atto di pignoramento e degli altri atti esecutivi. Insomma, un “pasticciaccio brutto”, che ricade come un pesante lascito sul legislatore delegato.
In arrivo l’estensione a liquidazione giudiziale e tributi territoriali
di Giulio Andreani
In attuazione della legge delega la transazione fiscale è inoltre destinata a essere estesa ai tributi locali degli enti e delle Regioni, al fine di eliminare un duplice rischio: che tali crediti, a causa di ingiustificate resistenze e condotte irrazionali degli enti che ne sono titolari, finiscano, nonostante siano assistiti da una causa di prelazione di rango inferiore a quelle che assistono i crediti erariali, per essere trattati meglio di questi ultimi, in danno dell’Erario;
che tali crediti, a seguito della liquidazione giudiziale del debitore provocata dal mancato raggiungimento di un accordo, non vengano soddisfatti in alcuna misura, in danno degli stessi enti creditori.
Appelli ben chiari
di Benito Fuoco
Nell’appello, alla parte volitiva deve affiancarsi una parte argomentativa che confuti e contrasti le ragioni addotte dal primo giudice. Affinché ci sia legittimità dei motivi d’appello, pena la sua inammissibilità, è richiesta l’identificazione dei passaggi della sentenza appellata oggetto di critica e degli elementi per una diversa ricostruzione. Sono le conclusioni che, direttamente e implicitamente, si leggono nella sentenza n. 3784/2023 emessa dalla sezione tredicesima della Corte di giustizia tributaria di secondo grado del Lazio.
Cartelle, sottoscrizione non sempre necessaria
Di Benito Fuoco
È infondata l’eccezione di carenza di sottoscrizione di una cartella di pagamento da parte del funzionario competente quando la stessa, se correttamente notificata, possa dirsi inequivocabilmente proveniente dalla pubblica amministrazione che l’ha emessa, dotata del potere pubblicistico di verificarne e attestarne ogni conformità.
È ciò che ha stabilito la Corte di cassazione nella sentenza n. 18821/2023 del 4 luglio scorso.
Notifica ai familiari, serve la raccomandata
Di Nicola Fuoco
Per il perfezionamento dell’iter di notifica che abbia riguardato una cartella di pagamento, atto presupposto alla successiva intimazione impugnata, pervenuta nelle mani del familiare convivente del destinatario della stessa, sarà necessaria anche la dimostrazione dell’invio e della ricezione della raccomandata informativa.
Lo ha espressamente chiarito la sentenza n. 418/2023 della Cgt di I grado di Campobasso
Immobili in comunione, Imu pro quota sull’erede
Di Nicola Fuoco
Anche a fronte dell’intervenuto divorzio tra due coniugi, i beni immobili acquistati in regime di comunione legale dei beni dagli stessi durante il matrimonio, ricadendo al 50% su ciascuno, sconteranno per la pari quota l’Imu in capo all’erede che l’abbia acquisita in successione.
Lo si ricava dalle motivazioni della sentenza n. 1598/2023 della Cgt di II grado del Lazio
Omessa dichiarazione IMU: come rimediare entro il 28 settembre
Di Saverio Cinieri
Ultimi giorni per il ravvedimento per l’omessa dichiarazione IMU: entro il 28 settembre, infatti, i contribuenti che non hanno presentato la dichiarazione IMU relativa agli anni 2021 e 2002,scaduta il 30 giugno 2023, possono sanare l’omissione mediante il ravvedimento operoso, con la sanzione ridotta a 1/10. Decorso tale termine, non sarà più possibile evitare la sanzione per omessa presentazione della dichiarazione anche in caso di invio della stessa,in quanto le dichiarazioni presentate oltre 90 giorni dal termine si considerano a tutti gli effetti omesse.
Violazioni Tares calcolate con il cumulo
Di Benito Fuoco
Scontano le sanzioni calcolate attraverso il cumulo giuridico, in luogo del criterio del cumulo materiale, le violazioni della stessa indole commesse su più annualità, secondo quanto stabilisce l’art 12 del dlgs n. 472/1997.
Si tratta di quanto ha affermato la sezione 13 della Cgt di II grado del Lazio con la sentenza n. 1568/2023.