Ravvedimento della dichiarazione Imu per comunicare una causa di esenzione, Aliquote Imu da riapprovare in tutti gli enti, Sull’insegna costituita da più parti va versata l’imposta di pubblicità
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Ravvedimento della dichiarazione Imu per comunicare una causa di esenzione, Aliquote Imu da riapprovare in tutti gli enti, Sull’insegna costituita da più parti va versata l’imposta di pubblicità

 

 

 

Ravvedimento della dichiarazione Imu per comunicare una causa di esenzione

di Alessandra Caputo e Marcello Valenti

Nt+ Fisco 08 Settembre 2023

Il 28 settembre 2023 scade il termine per la trasmissione delle dichiarazioni Imu relative agli anni

2022 e 2021 usufruendo del ravvedimento operoso anche in agricoltura. In condizioni normali,

infatti, la dichiarazione Imu andrebbe presentata entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello di

riferimento, ma per effetto del Dl 198/2022, la presentazione della dichiarazione Imu del 2021 è stata posticipata al 30 giugno 2023. Inoltre, è possibile presentare le dichiarazioni Imu entro 90 giorni dalla loro scadenza naturale, senza che queste si considerino omesse, per effetto del richiamo operato dall’articolo 16 del Dlgs 473/1997 alla disciplina delle sanzioni amministrative anche per i tributi locali.

 

Aliquote Imu da riapprovare in tutti gli enti

di Pasquale Mirto

Nt+ Enti locali & edilizia 11 Settembre 2023

Con il Dm dell’Economia del 7 luglio 2023 ( Nt+ Enti locali & edilizia del 26 luglio) sono state individuate, a tre anni dalla nascita della nuova Imu, le fattispecie per le quali i Comuni possono diversificare le aliquote. La finalità è quella di ridurre il numero di variabili per i contribuenti.

L’elenco è però lungo (oltre 300 possibili aliquote) e molto variegato. Ma non è esaustivo, in quanto dimentica l’ipotesi di aliquote collegate a eventi eccezionali come il sisma o l’alluvione, che quindi non potranno essere riproposte. Anche se il problema può essere superato introducendo una riduzione per via regolamentare.

La pubblicazione del decreto comporta la riapprovazione delle aliquote da parte di tutti i Comuni,

anche nell’ipotesi di conferma di quelle in vigore nel 2023. Nella legge di bilancio 2023 si è previsto

che, in deroga alla norma sulla conferma tacita delle aliquote vigenti, in assenza di delibera di

variazione, a decorrere dal primo anno di applicazione obbligatoria del prospetto, e quindi dal 2024, in mancanza di una delibera approvata secondo la nuova procedura, e pubblicata entro il 28 ottobre, si applicano le aliquote di base. I Comuni, quindi, dovranno riapprovare le aliquote, se non vogliono vedersi ridurre il gettito Imu.

 

Sull’insegna costituita da più parti va versata l’imposta di pubblicità

di Emanuele Mugnaini

Nt+ Enti locali & edilizia 11 Settembre 2023

Il frazionamento dell’insegna di esercizio non sfugge all’imposta sulla pubblicità. Così si è espressa la Cgt Puglia con la sentenza 1698/1/2023 (presidente Ancona, relatore Celentano).

Un Comune contestava al titolare di un esercizio commerciale l’omessa dichiarazione ai fini

dell’Imposta comunale sulla pubblicità (Icp) chiedendone il versamento per l’anno 2018. Il ricorso del contribuente veniva accolto in primo grado sulla base del fatto che gli elementi che componevano l’insegna d’esercizio, singolarmente considerati, erano di superficie inferiore a cinque metri quadrati. L’imposta, pertanto, non era dovuta (articolo 17, comma 1-bis, Dlgs 507/1993).

La Corte pugliese, nel ribaltare il verdetto, ha innanzitutto stabilito come il contribuente fosse tenuto a presentare la dichiarazione ai fini della determinazione dell’imposta In relazione al tema centrale della controversia i giudici di appello hanno stabilito che l’insegna, composta da quattro cassoni separati e due scritte su vetri indicanti il nome dell’esercizio, andasse considerata nel suo complesso. La somma delle singole componenti, pertanto, restituendo una superficie complessiva pari a undici metri quadrati, superava la soglia di esenzione così da rendere legittima la richiesta di versamento avanzata dal Comune.