Cassazione - Sez. V - Sentenza 20218 del 14/7/2023 - Con l'articolata pronuncia in rassegna, la quinta Sezione della Suprema Corte ricostruisce il complessivo quadro normativo dei prelievi pubblicitari succedutesi nel tempo delineando dettagliatamente, nel contempo, le singole costitutive peculiarità. Emergono tuttavia, nella sentenza in argomento, anche le sostanziali e strutturali differenze, in termini di presupposto e di modalità applicative, tra imposta comunale sulla pubblicità e canone impianti pubblicitari. I giudici della Cassazione, nel contenzioso in esame, concentrano poi l'attenzione sulla rilevanza e imprescindibilità dell'adozione del Regolamento Comunale quale provvedimento istitutivo e fondativo della pretesa CIMP. Di particolare e significativo interesse risultano anche, al riguardo, le numerose e pregnanti analogie delineate tra CIMP e nuovo Canone Unico.
CANONE UNICOGiurisprudenza Canone Unico

PUBBLICITA’ – Autorizzazioni – Volture – Ritardi PA – Richiesta danni – Legittimità

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Dalla documentazione in atti si rileva che l’Amministrazione ha in modo ingiustificato prima ritardato di esitare le legittime richieste dell’appellante e poi, altrettanto illegittimamente, ha denegato il diritto della stessa appellante ad ottenere la volturazione a suo nome degli impianti pubblicitari acquistati dal fallimento della società FAP. Allo stesso tempo non si rinvengono elementi tali da reputare sussistente la scusabilità della condotta della PA. Parimenti sussistenti sono la colpa e il nesso di causalità che collega la condotta della PA al danno patito dalla appellante in ragione della mancata attivazione degli impianti.

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