La cartella batte il concordato. Abitazione dimostrata coi fatti.
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La cartella batte il concordato.
di Dario Ferrara
Il fisco può emettere e notificare la cartella di pagamento nei confronti della società che pure ha già presentato la domanda di concordato preventivo. L’atto, infatti, è assimilabile a un precetto e sfugge al divieto di esercizio ex articolo 168 Lf: l’azione esecutiva vera e propria inizia solo col pignoramento. E ciò benché siano state le Sezioni unite civili della Cassazione, nella sentenza 33408/21, ad affermare che la notifica della cartella sarebbe incompatibile con la procedura concorsuale minore. Il dl fiscale ‘21, nel frattempo, ha dichiarato non impugnabile l’estratto di ruolo e limitato l’impugnabilità del ruolo: se la cartella è il primo atto impositivo, solo la notifica al curatore e al debitore consente di esperire il rimedio davanti al giudice. Emerge dall’ordinanza 31560/22, pubblicata il 25 ottobre dalla sezione tributaria della Suprema corte.
Abitazione dimostrata coi fatti.
di Sergio Trovato
Cambio di residenza, intestazioni delle utenze domestiche, pagamento delle rate condominiali e della tassa rifiuti sono comportamenti idonei a dimostrare la costituzione del diritto di abitazione e il diritto a fruire dell’esenzione Imu sull’immobile adibito ad abitazione principale. Questi atti sono idonei a provare che non esiste un intento evasivo. Lo ha stabilito la Corte di giustizia tributaria di primo grado di Reggio nell’Emilia, prima sezione, con la sentenza 197 del 25 ottobre 2022.
Il video
https://www.youtube.com/watch?v=IFYoDmv6EVg
Il podcast
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