Politiche per una armonica gestione degli spazi pubblici in un’ottica di sinergia tra interesse pubblico e privato: il piano di massima occupabilità
Approfondimento Canone UnicoCANONE UNICOPrimo Piano

Il Piano di Massima Occupabilità: MODALITÀ E CRITERI

Print Friendly, PDF & Email

di Francesco Bonato (Urbanista)

Dotarsi di un Piano della Massima Occupabilità (PMO) consente di subordinare il rilascio di concessioni di suolo pubblico alle prescrizioni di uno strumento di pianificazione che individua la massima superfice concedibile, contemperando il diritto alla piena fruibilità delle bellezze artistiche, architettoniche e ambientali delle aree da parte della cittadinanza e dei visitatori con l’esigenza degli operatori commerciali, regolarmente autorizzati, a svolgere la propria attività economica nelle stesse aree, assicurando agli Uffici preposti regole certe per il rilascio delle concessioni.

Con esso si individuano strade, vie, piazze e quanta parte degli spazi e luoghi pubblici possano essere concessi alle attività di somministrazione, per il consumo sul posto e per la vendita al dettaglio, e quanti debbano rimanere a disposizione della fruizione pubblica, specificando inoltre come e dove possono essere collocate le aree in concessione senza che interferiscano con le altre funzioni ed interessi generali.

L’obiettivo è quello di regolare la pressione di questo tipo di fenomeni sul centro storico, nella prospettiva di salvaguardare non solo l’ambiente, gli spazi pubblici ed il patrimonio culturale, ma pure la vivibilità complessiva del centro, la funzione residenziale e gli stessi operatori commerciali che vogliono regole certe, uguali per tutti e tempi rapidi per permessi e concessioni.

L’elaborazione di un PMO, più che aggiungere, è volta ad armonizzare la regolamentazione in vigore presso gli enti e renderla disponibile in un unico strumento.

Infatti, le procedure amministrative e tributarie così come attualmente disciplinate risultano piuttosto disomogenee, presentando notevoli difformità rispetto alle modalità, tempistiche, alle competenze ed al livello di informatizzazione delle procedure, mancando in particolare di elementi tecnici univoci che costituiscano utile strumento di riferimento per gli uffici comunali preposti all’istruttoria ed al rilascio dei provvedimenti di concessione e per gli operatori commerciali interessati alle occupazioni.

Limitare la frammentazione e la dispersione dei provvedimenti risponde alla necessità di sostenibilità delle procedure (semplificazione): stabilizzare e normalizzare il processo autorizzatorio, coordinare la disciplina introdotta per le occupazioni di suolo pubblico, semplificare e razionalizzare le disposizioni anche mediante l’integrazione dei sistemi informativi territoriali che facilitino l’organizzazione e la gestione dei relativi flussi procedimentali.

Il PMO riguarda lo stato previsionale delle OSP e, nella sua forma tipo, si compone di una relazione tecnica illustrativa, delle disposizioni normative di attuazione, e una serie di elaborati cartografici distinti tra elementi di analisi ed elementi di progetto.

Nella stesura del Piano si tiene conto del preminente interesse pubblico in applicazione dei principi generali di: sicurezza della circolazione stradale, tutela del paesaggio, tutela della concorrenza – attività economiche, tutela dell’ambiente, tutela dei beni culturali, igiene pubblica.

Sulla base di queste “invarianti”, l’elaborazione del Piano si muove nel rispetto di alcuni cardini che indagano sia il regime pianificatorio in vigore sia il reale stato dei luoghi. Le fasi possono così essere riassunte:

  • Censimento ex novo: primo livello di approfondimento che consistente nella ricognizione delle OSP presenti sul territorio da parte di personale con funzione di agente accertatore, rilievi

planimetrici, emersione delle incongruità inerenti allo stato dell’arte rispetto a quanto concesso, valutazione dello stato di manutenzione di arredi e strutture;

  • Geo-localizzazione delle OSP già concesse, riscontrando le banche dati pregresse;
  • Analisi della regolamentazione comunale vigente: approfondimento di dettaglio con particolare attenzione a istruttoria delle domande, pagamento e sanzioni, tipologie di strutture ed arredi utilizzabili (sedie, tavoli, espositori, tende, pedane);
  • Rispetto degli interventi di riqualificazione ambientale e pedonalizzazione, già realizzati od in corso di realizzazione.
  • Previsione, con la indicazione della superficie massima concedibile, di nuove OSP da concedere.
  • Allineamento delle medesime OSP: compatibilmente con le geometrie dei luoghi, la massima occupabilità delle OSP viene contenuta in fasce di dimensioni omogenee;
  • Adozione di un segno grafico uniforme: delimitazione dello spazio massimo concedibile per le OSP e graficizzazione delle aree concedibili. Le concessioni di OSP devono sempre garantire la piena fruibilità di passi carrabili, accessi pedonali, godibilità e conservazione di elementi architettonici, accessibilità a tutti gli utenti anche diversamente abili e a eventuali soccorritori in caso di emergenza; interesse pubblico alla tutela dei beni culturali, ecc.;
  • Costruzione dell’apparato normativo: armonizzazione della vigente regolamentazione e stesura della nuova disciplina;
  • Eventuale verifica della compatibilità attuativa, avuto riguardo alla superficie concedibile, anche sulla base di proposte degli operatori commerciali.

Si dà così evidenza di aspetti funzionali, tipologici, morfologici restituendo o individuando ex novo legami di a integrazione ed interdipendenza e individuando, in base a ciò, gli elementi ordinatori riconoscibili entro il limite di applicazione del Piano.

Ciascun elemento risulta intrecciato ed intersecato con uno o più degli altri ed il suo funzionamento è condizionato e determinato non solo dalle proprie specifiche caratteristiche ma soprattutto dalle reciproche relazioni con gli altri. Se ne ottiene una visione diversa da quella derivante dalla loro semplice sommatoria.

Tale approccio, oltre a costituire un terreno di indagine e studio del territorio, diventa nelle operazioni di pianificazione, un potente strumento organizzativo e di riferimento per l’individuazione, progettazione e strutturazione delle regole fondative del Piano.


SULL’ ARGOMENTO: