Come si calola la tari per le utenze non domestiche circoli privati con risotrante o bar, quali sono le previsioni di legge
Faq TARITARI

Come deve essere calcolata la tari per i circoli culturali?

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E se il circolo culturale ha un bar o un ristorante all’interno destinato al consumo di alimenti e bevande da parte dei soci?

Alcuni Comuni tassano l’intera superficie con la categoria 01 Associazioni, altri invece distinguono la zona ristorante/ bar alla quale applicano la categoria 23 bar e simili.

Le utenze non domestiche sono suddivise e classificate sulla base delle categorie previste dall’allegato al DPR 158/1999

COMUNI OLTRE 5.000 abitanti Categorie di attività
1Musei, biblioteche, scuole, associazioni, luoghi di culto
2Cinematografi e teatri
3Autorimesse e magazzini senza alcuna vendita diretta
4Campeggi, distributori carburanti, impianti sportivi
5Stabilimenti balneari
6Esposizioni, autosaloni
7Alberghi con ristorante
8Alberghi senza ristorante
9Case di cura e riposo
10Ospedale
11Uffici, agenzie, studi professionali
12Banche ed istituti di credito
13Negozi abbigliamento, calzature, libreria, cartoleria, ferramenta, e altri beni durevoli
14Edicola, farmacia, tabaccaio, plurilicenze
15Negozi particolari quali filatelia, tende e tessuti, tappeti, cappelli e ombrelli, antiquariato
16Banchi di mercato beni durevoli
17Attività artigianali tipo botteghe: parrucchiere, barbiere, estetista
18Attività artigianali tipo botteghe: falegname, idraulico, fabbro, elettricista
19Carrozzeria, autofficina, elettrauto
20Attività industriali con capannoni di produzione
21Attività artigianali di produzione beni specifici
22Ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie, mense, pub, birrerie
23Mense, birrerie, amburgherie
24Bar, caffè, pasticceria
25Supermercato, pane e pasta, macelleria, salumi e formaggi, generi alimentari
26Plurilicenze alimentari e/o miste
27Ortofrutta, pescherie, fiori e piante, pizza al taglio
28Ipermercati di generi misti
29Banchi di mercato genere alimentari
30Discoteche, night club
COMUNI FINO A 5.000 abitanti Categorie di attività
1Musei, biblioteche, scuole, associazioni, luoghi di culto
2Campeggi, distributori carburanti
3Stabilimenti balneari
4Esposizioni, autosaloni
5Alberghi con ristorante
6Alberghi senza ristorante
7Case di cura e riposo
8Uffici, agenzie, studi professionali
9Banche ed istituti di credito
10Negozi abbigliamento, calzature, libreria, cartoleria, ferramenta e altri beni durevoli
11Edicola, farmacia, tabaccaio, plurilicenze
12Attività artigianali tipo botteghe (falegname, idraulico, fabbro, elettricista parrucchiere)
13Carrozzeria, autofficina, elettrauto
14Attività industriali con capannoni di produzione
15Attività artigianali di produzione beni specifici
16Ristoranti, trattorie osterie, pizzerie
17Bar, caffè, pasticceria
18Supermercato, pane e pasta, macelleria, salumi e formaggi, generi alimentari
19Plurilicenze alimentari e/o miste
20Ortofrutta, pescherie, fiori e piante
21Discoteche, night club

La collocazione di una attività all’interno della categoria è condizionata dalle scelte regolamentari effettuate dai comuni.

Laddove non ci siano interventi regolamentari specifici il principio applicabile è quello previsto dal DPR 158/1999 secondo cui ogni utenza deve essere classificata in un’unica categoria tra quelle individuate dal sopra esposto elenco. L’abbinamento, di norma, avviene ricorrendo ai codici ATECO dell’attività prevalente.

Tuttavia, come a suo tempo ammesso dallo schema di regolamento TARES predisposto dal Ministero dell’economia e delle finanze nel 2013, il comune potrebbe optare, con norma regolamentare, per l’applicazione ad un’unica attività di tariffe diversificate in base all’effettiva destinazione dei locali / aree possedute o detenute.

Quindi al fine di rispondere al quesito sarà necessario recuperare il regolamento dell’Ente

Se nel Regolamento comunale non è previsto alcunché ovvero è previsto il criterio della prevalenza l’intera superficie del circolo andrà inserita nella categoria 1.

Se invece nel regolamento comunale è prevista la tassazione in base alle diverse categorie  allora occorrerà suddividere la superficie del locale, inquadrandone parte nella categoria 1 e parte nella categoria 24 (o 17 per i comuni con meno di 5.000 abitanti). Tuttavia, anche nel primo caso, si invita a verificare se si tratta di un bar/ristorante  riservato agli associati o di un vero e proprio pubblico esercizio, aperto a tutti. In questa ultima ipotesi la separazione delle attività e l’esercizio di una attività con rilevanza verso l’esterno farebbe ritenere più corretta la suddivisione delle superfici tra le due categorie 1 e 24.

Vediamo ad esempio come tratta la fattispecie il Comune di Napoli

L’ultimo regolamento pubblicato risale al 2020 ed è quello attualmente vigente in quanto fa fede il regolamento pubblicato sul sito del MEF

https://www1.finanze.gov.it/dipartimentopolitichefiscali/fiscalitalocale/tributi_locali/dati/2020/6337_CIMUNIC-15na20f839d.pdf

Regolamento Comune di Napoli

ART. 16 Classificazione delle utenze non domestiche

 1. Le utenze non domestiche sono suddivise nelle categorie di attività indicate nel DPR. n.158/1999, di cui all’allegato B, sulla base della classificazione delle attività economiche ATECO adottata dall’ISTAT relativa all’attività principale o ad eventuali attività  secondarie, fatta salva la prevalenza dell’attività effettivamente svolta.

2. Gli alberghi per essere ricompresi nella categoria “con ristorante” devono fornire nel corso dell’anno almeno un pasto completo. Non vengono ricomprese in questa categoria le strutture che servono in maniera esclusiva il servizio di colazione.

3. Le attività non comprese in una specifica categoria sono associate alla categoria di attività che presenta maggiore analogia sotto il profilo della destinazione d’uso e della connessa potenzialità quantitativa e qualitativa a produrre rifiuti.

4. La tariffa applicabile è di regola unica per tutte le superfici facenti parte del medesimo compendio. Sono tuttavia applicate le tariffe corrispondenti alla specifica tipologia d’uso alle superfici con un’autonoma e distinta utilizzazione, purché singolarmente di estensione non inferiore a 30 mq.

5. Nelle unità immobiliari adibite a civile abitazione in cui sia svolta anche un’attività economica imprenditoriale e o professionale, alla superficie a tal fine utilizzata è applicata la tariffa prevista per la specifica attività esercitata. E’ fatto obbligo di dichiarare, allegando la planimetria in scala, la superficie destinata alla diversa destinazione d’uso.